
Data di prima pubblicazione: 1886
Edito da: Mondadori, Rizzoli, SE, Feltrinelli, Einaudi
Voto: 9/10
Pagg.: 74 (nell'edizione Mondadori - I Meridiani)
Traduttore: Diana Grange Fiori
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I Poèmes en prose (poesie in prosa o poemetti in prosa) delle Illuminations furono composti principalmente nel 1874, anche se la stesura di alcuni di essi può essere avvenuta anche prima di Una stagione all'inferno (per cui vedi qui), che è del 1873.
Furono tuttavia pubblicati oltre dieci anni dopo, peraltro ad insaputa dell'Autore.
Il 1874. L’episodio del ferimento di Rimbaud da parte di Verlaine, che gli sparò ad un polso in una folle notte in un albergo di Bruxelles, era ormai superato: Verlaine stava scontando due anni di reclusione in Belgio e Rimbaud si era recato nuovamente a Parigi, dove aveva potuto avvertire una certa freddezza nei suoi confronti da parte dei conoscenti di un tempo, che gli rinfacciavano il fatto di aver portato alla rovina il compagno poeta. L’unico che gli si avvicinò, in quel periodo, fu il poeta Germain Nouveau, considerato uno dei primi letterati che si ispirarono a Rimbaud.
Con Germain Nouveau, Rimbaud si recò a Londra, dove vissero insieme per alcuni mesi prima di separarsi. Rimbaud vagò ancora per l’Inghilterra per qualche tempo e fu proprio in questo periodo che vennero composti la maggior parte dei poèmes en prose.
L'incipit delle Illuminazioni, Dopo il diluvio, è stato considerato come una continuazione, una
ripresa del finale di Una stagione all’inferno, che terminava con un sofferto Addio (secondo alcuni un addio alla
poesia):
“Non appena l’idea del Diluvio si fu seduta, Una lepre sostò fra lupinelle e campanule ondeggianti e disse la sua preghiera all’arcobaleno attraverso la tela del ragno.”
Con la bellissima Infanzia
- III, una delle prime Illuminations,
ci troviamo di fronte ad uno dei primi esperimenti noti di verso libero della
letteratura francese (considerato che le Illuminations
precedenti sono essenzialmente in prosa):
“Nel bosco c’è un uccello, il suo canto vi ferma e vi fa
arrossire.C’è un orologio che non batte le ore.
C’è un acquitrino con una nidiata di bestie bianche.
C’è una cattedrale che scende e un lago che sale.
C’è una carrozzella abbandonata nel ceduo, o che scende di corsa per il sentiero, infiocchettata.
C’è una compagnia di piccoli attori in costume, intravisti sulla strada attraverso gli ultimi alberi del bosco.
C’è infine, quando si ha fame e sete, qualcuno che vi scaccia.”
Le Illuminations sono
le prime opere di Rimbaud in cui entra costantemente (direttamente o
indirettamente) l'influsso di una lingua straniera, l'inglese, che ormai il
poeta parlava discretamente dopo i diversi soggiorni a Londra, con Verlaine
prima e Nouveau successivamente. Lo stesso titolo dell’opera, secondo alcuni,
sarebbe in inglese (anche se il dubbio rimane in quanto la parola è identica nelle
due lingue).
Il verso "Mi
affittino insomma questa tomba" di Infanzia
- V, potrebbe essere stato ispirato dall'assonanza tra le pronunce in
inglese dei termini stanza (room) e
tomba (tomb, con la o che si
pronuncia u). Vi sono poi dei poèmes intitolati proprio in inglese come Being beauteous o Bottom.
La maggior parte delle Illuminations del resto, fu scritta molto probabilmente in territorio britannico. Rimbaud fornisce una assai suggestiva descrizione di Londra in Infanzia - V:
“A enorme distanza sopra questo salotto sotterraneo s’impiantano case, si adunano nebbie. Il fango è rosso oppure nero. Città mostruosa, notte senza fine!”
Lo stile delle Illuminations
è completamente diverso da quello delle Poésies
(per cui vedi qui), ma non per questo meno affascinante. Come in Partenza:
“Visto abbastanza. La visione l’abbiamo incontrata in ogni
aria.Avuto abbastanza. Frastuono delle città, la sera, e al sole, e sempre.
Conosciuto abbastanza. I decreti della vita. – Oh Frastuoni e Visioni!
Partenza nell’affetto e nel rumore nuovi!”
Poesie che celano significati nascosti e che si aprono a
plurime interpretazioni, come Regalità:
“Un bel mattino, presso un popolo dolcissimo, un uomo e una
donna stupendi gridavano sulla pubblica piazza. « Amici, voglio che lei sia
regina! »
«
Voglio esser regina! » Ella rideva e tremava. Lui parlava agli amici di
rivelazione, di prova conclusa. Si estasiavano l’uno contro l’altra. Così regnarono
per tutta una mattina, in cui i parati di carminio si rialzarono sulle case, e
l’intero pomeriggio, quando si spinsero verso i giardini delle palme.”o Vite – III:
“In un solaio in cui mi rinchiusero dodicenne ho conosciuto il mondo, ho illustrato la commedia umana. In un celliere ho imparato la storia. In una qualche festa notturna in una città del Nord, ho incontrato tutte le donne dei pittori antichi. In un vecchio vicolo parigino mi hanno insegnato le scienze classiche. In una splendida dimora accerchiata dall’intero Oriente ho compiuto la mia opera immensa e trascorso il mio illustre ritiro. Ho squassato il mio sangue. Il dovere mi è condonato. Non è più il caso nemmeno di pensarci. Sono sul serio d’oltretomba, e niente commissioni.”
Tra i versi più suggestivi, il memorabile finale di II. Guerra:

È semplice come una frase musicale.”
Poèmes come H che tratta un tema impudico come
quello dell'onanismo in modo del tutto avvolgente:
“Tutte le mostruosità violano i gesti atroci di Hortense. La
sua solitudine è la meccanica erotica, la sua spossatezza, la dinamica amorosa.
Sotto la sorveglianza di un’infanzia essa fu, in numerose epoche, l’ardente
igiene delle razze. La sua porta è spalancata alla miseria. Qui, la moralità
degli esseri attuali si scorpora nella sua passione o nella sua azione – Oh brivido
tremendo degli amori novizi sul pavimento di sangue e nell’idrogeno fosforoso! trovate
Hortense.”
E che dire di poesie bellissime come Movimento, Devozione o Democrazia, tra le ultime composizioni
del poeta di Charleville prima che abbandonasse la letteratura definitivamente
e ancora giovanissimo, sulla soglia dei vent’anni.
Le Illuminations
inaugurano uno stile tutto nuovo nella poesia francese, visionario e giustamente
considerato anticipatore del surrealismo.
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