
Anno di prima pubblicazione: 2016
Edito da: Bao Publishing
Voto: 8/10
Pagg.: 188
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Per chi non lo conoscesse, Leo Ortolani
è un fumettista pisano che, nonostante i cinquant’anni compiuti da
poco, continua a guadagnarsi da vivere con i fumetti (beato lui). E
pare che gli riesca anche bene, visto che è considerato una specie
di autorità dai nerd italici comic-addicted. Giunto al successo con
il super(topo)eroe Rat-Man, Leo si è dato al cinema. E allora
ha iniziato a scrivere recensioni di film fatte a fumetto,
pubblicandole sul suo blog.
In realtà ci avevano già pensato
diversi altri fumettisti a fare cose di questo tipo: Roberto
Recchioni, Giacomo Bevilacqua e Zerocalcare, che infatti sono stati
chiamati a scrivere tre prefazioni per questo libro, Il buio in
sala, che di pre-titolo fa CineMAH, come il “mah” che
si sospira al cinema, appena appare il “the end”, ogniqualvolta
un film ci abbia lasciato quanto meno perplessi.
Essendo un faro dell’italico popolo
nerd, Ortolani si dedica principalmente ai film dell’universo nerd
e in particolare ai film di supereroi, che negli ultimi (almeno)
dieci anni hanno invaso i cinema con cadenza tra il regolare e
l’asfissiante (a seconda dei gusti).

Da lì poi ci ha preso gusto e sono
arrivati i vari “Dai Ard”, “Aironmen 3”
“Fastenfurios 6” e compagnia bella.
La maxi distinzione che fa Ortolani (e
che fanno in generale i nerd) è tra Universo Marvel e DC Comics. Per
quelli che non sapevano di questa dicotomia fumettistica, basti
sapere che la DC Comics è quella di Batman, Superman e Flash, mentre
la Marvel ha creato quasi tutti gli altri supereroi di cui i non
esperti possono aver sentito parlare, ossia: Spider-Man, i Fantastici
Quattro, Iron-Man, Capitan America, Hulk, Wolverine, ecc. (questi
ultimi – quelli della Marvel – spesso uniti in combriccola sotto
l’etichetta di Avengers).
Per spiegare tale fondamentale
distinzione (che da sola permette di capire mezzo libro), basti
riportare questa vignetta, tratta dalla recensione di Man of Steel
di Zack Snyder.
In estrema sintesi, basti dire che il
libro è davvero irresistibile, esattamente come l’ironia di
Ortolani.
Provare per credere.
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