
Anno di prima pubblicazione: 2016
Edito da: 0111 Edizioni
Voto: 8,5/10
Pagg.: 236
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Non sono un appassionato di storia
medievale. Devo dire che il mio interesse per la Storia si sospende
in quel fatidico 476 d.c. per poi riprendere con il 1789 ed esaltarsi
nell'affrontare il Novecento.
Eppure ho dato subito credito a questo
romanzo di Francesco Grasso, perché avevo già letto un suo libro,
ambientato in tutt'altra epoca e di cui ho parlato qui.
L'avevo letto e mi era piaciuto
soprattutto il suo stile di scrittura, avvincente e coinvolgente,
come dev'essere un romanzo storico fatto bene.
Devo dire che questo I due leoni l'ho
trovato, sotto questo aspetto, addirittura migliore. L'autore ha una
proprietà di linguaggio invidiabile, usa spesso metafore molto
suggestive e in generale ha un senso della frase e del ritmo del
racconto propri dei grandi narratori di storie.
In questo libro ci troviamo di fronte
alle vite di Roberto e Ruggero d'Altavilla, i due fratelli normanni
che, giunti dal nord della Francia, dominarono il sud Italia nella
seconda metà dell'XI secolo.
Due persone molto diverse tra loro, ma
unite dallo stesso sangue e dalla passione per la conquista, sebbene
con modi e finalità diversi tra loro. Il religioso Ruggero, più
giovane di quindici anni, si contrappone all'astuto Roberto (da cui
l'appellativo Il Guiscardo). Il possente e forzuto Rogeirr e lo
scaltro e avveduto Wiscard.
Il primo diventerà Gran Conte di
Sicilia dopo averla in parte liberata dalla dominazione araba.
Il secondo sarà nominato Duca di
Puglia e Calabria grazie ad intrighi e macchinazioni che renderanno
onore al suo soprannome.
L'autore ci racconta tutto ciò,
soffermandosi in particolare sulla campagna di Sicilia, ma
ricostruendo al contempo alla perfezione la personalità dei due
fratelli.
I due leoni è un libro che si legge
piacevolmente e con trasporto, nonostante i temi trattati possano
sembrare, almeno ai non amanti della storia, non particolarmente
entusiasmanti. Sono sicuramente periodi ed avvenimenti poco
conosciuti, in particolare da chi non abita in quelle terre. Forse,
però, servono proprio libri come questo per far avvicinare il
pubblico alla storia e far riscoprire momenti fondamentali della
costruzione del nostro Paese.
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