3 novembre 2014

Luoghi letterari: Estancia Harberton e altri luoghi di Ultimo confine del mondo

Le vicende della famiglia Bridges, raccontate in Ultimo confine del mondo (vedi qui la recensione), sono ambientate quasi interamente tra la Terra del Fuoco (sia nella parte argentina che in quella cilena) e le Isole Falkland (Islas Malvinas in argentino).
Innanzitutto, con il termine “Tierra del Fuego” si intende quell’arcipelago, situato nell’estremo sud del continente americano, che comprende una miriade di piccole isolette oltre alla più estesa Isla Grande de Tierra del Fuego, la principale dell’arcipelago.



La Terra del Fuoco fu chiamata così dall’esploratore portoghese Ferdinando Magellano, il quale - quando per primo vi giunse nel 1520 in occasione di quell’impresa che diventerà la prima circumnavigazione del globo - notò diverse lingue di fumo sollevarsi lungo le rive.
In effetti Magellano chiamò quelle zone “Terra del Fumo”, nome che venne modificato in Terra del Fuoco soltanto successivamente, sulla base di una banale constatazione: dove c'è fumo, c'è fuoco.
I fuochi erano accesi dalle tribù di indigeni locali per avvisarsi a vicenda in caso di pericolo (ma c’è chi sostiene che fossero dei comuni falò accesi per scaldarsi, tenuto conto della rigidità del clima di quelle zone).
La Tierra del Fuego è generalmente considerata parte della Patagonia (la sua estensione insulare, per la precisione), anche se con il termine Patagonia si tende solitamente a identificare soltanto la parte continentale del sud dell’America Latina.
L’arcipelago è diviso pressoché in parti uguali tra Argentina e Cile e si estende dallo Stretto di Magellano, a Nord, allo Stretto di Drake, a Sud, il canale che separa l’Isola di Capo Horn (l’isola più meridionale dell’arcipelago, sita in territorio cileno) dall’Antartide (in particolare le Isole Shetland del Sud).
L’isola più importante dopo l’Isla Grande è sicuramente l’Isola Navarino, completamente cilena, che ospita il villaggio più a sud del mondo, Puerto Williams, un paesino di meno di 3.000 abitanti stanziali.
La città più a sud del mondo è invece Ushuaia, che si trova in territorio argentino sull’Isla Grande de Tierra del Fuego, dall’altra parte (a nord) del Beagle Channel, il canale che la separa dall’Isola Navarino.
Il Canale di Beagle visto dall'estancia Harberton
In poco più di un secolo, Ushuaia è passata dall’essere una tranquilla baia riparata dal vento e completamente disabitata a diventare una città di quasi 60.000 abitanti, tappa obbligata per chi visita la Patagonia e in generale il sud dell’Argentina.
Vista di Ushuaia, con le inconfondibili sagome del Monte Olivia e dei Cinco Hermanos
Come detto, Ultimo confine del mondo è ambientato (oltre che, in minima parte, alle Isole Falklands), soprattutto in Tierra del Fuego e in particolare nell’Isla Grande (la parte introduttiva, che narra dei tentativi di colonizzazione prima dell’arrivo dei Bridges, è invece ambientata principalmente nell’Isola Navarino).
E. Lucas Bridges, nato a Ushuaia nel 1874, fu tra i primi europei a nascere in quei territori (il primo in assoluto fu il fratello maggiore).
La famiglia Bridges venne ricompensata dal governo argentino, per la sua opera di colonizzazione di quelle terre e di contatto con i popoli indigeni locali (Yahgan e Ona), con un appezzamento di terra sito ad est di Ushuaia, affacciato sul Beagle Channel, che divenne l’Estancia Harberton.
Estancia Harberton
In seguito, venne fondata anche un’altra estancia, l’estancia Viamonte, sempre nell’Isla Grande ma affacciata sull’Oceano Atlantico, anziché sul Canal Beagle. Le estancias sono l’equivalente sudamericano dei ranch statunitensi e Harberton è la più antica della Terra del Fuoco, fondata nel 1886 e ancora oggi abitata dai discendenti della famiglia Bridges.
Attualmente l’estancia Harberton ospita un interessante museo marino ed è luogo di partenza per escursioni in barca nel Canale di Beagle, sulle varie isolette in cui è possibile camminare in mezzo a pinguini Magellano e (se si è fortunati) pinguini Reali.
Tornando dalle parti di Ushuaia, proprio di fronte alla città, in mezzo al Canal Beagle, troviamo le Isole Bridges, un piccolo arcipelago di isolette così chiamate in onore di Thomas Bridges (il padre di Lucas) e della sua famiglia.
Isole Bridges
Le isole sono disabitate dall’uomo, ma ospitano una ricca fauna, tra cui colonie di leoni marini e cormorani.
Seppur ampiamente descritti nel libro di Lucas Bridges, per chi voglia approfondire gli aspetti della vita e dei costumi degli Yahgan, non può mancare una visita al Museo Yamana a Ushuaia, in Rivadavia 56. Un museo che ospita principalmente ricostruzioni in miniatura, ma anche oggetti originali appartenuti agli Yahgan e un documentario girato da De Agostini agli inizi del Novecento.
Tutte le foto sono dell'Autore del blog.

Nessun commento: