Caos. La nascita di una nuova scienza (Chaos), di James Gleick
Anno di prima pubblicazione: 1987
Edito da: Rizzoli
Voto: 3/10
Pagg.: 350
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Permettendomi di giudicare dall’alto di una onesta ignoranza, quella del modesto appassionato amatoriale, che sguazza tra libri divulgativi di fisica e matematica, divertendosi non poco, e che comincia a faticare soltanto con gli astrusi temi della meccanica quantistica… ebbene fatta questa dovuta premessa, il libro mi ha fortemente deluso, ma probabilmente a causa dei miei limiti personali di comprensione.
L’ho trovato divulgativo sì, ma soltanto di facciata. Un libro che tenta di essere divulgativo con uno stile semplice e tralasciando formule e altre astrusità, ma che in fin dei conti non lo è per niente (o almeno non lo è per chi ha conoscenze basilari come le mie).
Peccato, perché il tema era davvero affascinante: dalla scoperta, fatta inizialmente nel campo della scienza meteorologica, che fenomeni ritenuti caotici e imprevedibili nascondevano invece delle proprie leggi (il famoso “effetto farfalla”, che nasconde in realtà un’ultima presunzione di un complicatissimo determinismo), all’espansione di tale teoria negli ambiti più vari: dalla goccia che rimane attaccata al rubinetto, prima di cadere, alla simmetria dei fiocchi di neve, alle aritmie cardiache… per giungere ad una più vasta teorizzazione in campo medico, con l’interessante idea secondo cui la salute sarebbe il caos mentre soltanto lo stato patologico nasconderebbe un certo ordine matematico.
Tutto interessante, ma purtroppo non comprensibile a fondo, se non per una sintesi come quella che mi son permesso di fare, che è più che altro un’accozzaglia di idee utile, al più, per fare una bella figura in un discorso tra amici non addetti ai lavori. Ma se dicessi di aver compreso i fondamenti della teoria del caos leggendo questo libro sarei intellettualmente disonesto.
Come ripeto, il problema potrebbe tranquillamente essere l’infimo livello delle mie basi matematiche (livello che, tuttavia, non mi ha mai permesso di non apprezzare libri divulgativi di fisica apparentemente più inavvicinabili di questo). Una magra consolazione mi deriva dal fatto che, fino ad una quarantina di anni fa, anche la quasi totalità della comunità scientifica (fisici e matematici) riteneva questa teoria non molto più che una rischiosa speculazione (figuriamoci come dovevano reagire quei fisici vecchio stampo che si sentivano parlare dello studio della dinamica della roulette russa).
Altro aspetto che può far discutere è la concentrazione dell’autore sugli aspetti biografici dei protagonisti di questa nuova scienza, quasi più che sulle teorie scientifiche stesse: aspetto criticabile, ma che francamente mi ha dato un po’ di respiro in mezzo ad un testo che diversamente si sarebbe rivelato ancora più ostico.
La parte centrale in particolare è davvero complicata e più volte ho meditato l’abbandono, cosa per me più unica che rara, riuscendo infine a desistere da tale proposito solo con il salto di qualche decina di pagine nelle parti più impenetrabili (altra cosa che considero alla stregua di un crimine, ma da cui non sono riuscito ad esimermi).
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