19 settembre 2015

107 Storielle di Zizek, di Slavoj Zizek

107 Storielle di Zizek, di Slavoj Zizek (a cura di Audun Mortensen)

Anno di prima pubblicazione: 2014

Edito da: Ponte alle Grazie

Voto: 6/10

Pagg.: 176

Traduttore: Carlo Salzani

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Il filosofo austriaco Ludwig Wittgenstein affermò una volta che “Una seria e valida opera filosofica potrebbe essere composta interamente da barzellette”.
Chi meglio di Slavoj Žižek poteva offrire la possibilità di rendere concreta questa idea, avrà pensato il curatore di questo libro, Audun Mortensen, che ha raccolto 107 brevi, divertenti passi tratti dalle opere dell’eclettico filosofo sloveno (in realtà vi è anche qualche inedito).
Nei suoi libri Žižek fa infatti spesso ricorso a battute e barzellette per esprimere concetti filosofici o psicologici.

Del resto, come efficacemente illustrato nell’introduzione, “Žižek è un distillatore vivente di paradossi, capace di cogliere il rovescio comico o grottesco di ogni teoria e situazione del mondo reale, per quanto tragiche, scabrose o astruse esse possano apparire”.

Il libro è sicuramente piacevole.
Alcune delle barzellette e delle “storielle” presentate sono davvero esilaranti.
Altre lo sono molto meno, fino alla presenza di qualche passo francamente imbarazzante, per un senso dello humour che si fatica a comprendere.
In pefetto stile Žižek, il tema di molte delle “storielle” è il sesso o la religione, presentate spesso in modo assai dissacrante.
Il linguaggio è esplicito, per non dire proprio sboccato: basti vedere la prima delle “storielle”, che è poi in realtà un arguto quiz logico-matematico, ma con un’ambientazione e un linguaggio degni di un film pornografico.

Ciò che assolutamente non convince di questo libro è la sua presunta capacità di spiegare concetti filosofici (o psicologici), millantata nella presentazione dell’opera più per motivi commerciali che per onore di verità.
È vero che le battute sono (non tutte per il vero) molto argute e intelligenti (“Il medico al paziente: Prima la buona notizia. Abbiamo finalmente accertato che lei non è un ipocondriaco!”).
Tuttavia, non vi è alcuna organicità nel testo, che si riduce ad una raccolta disomogenea di barzellette che solo in pochi casi presentano significati degni di analisi.
Come nel caso della divertente storiella su Gagarin che, tornato dallo spazio, confessa a Kruscev di avervi trovato Dio e gli angeli e che quindi l’ateismo dell’Unione Sovietica è totalmente ingiustificato. Kruscev gli dice che lo sa benissimo, ma di non dirlo a nessuno. Quando Gagarin si reca dal Papa, gli riferisce allora che lassù non ha trovato assolutamente nulla. Ma il papa gli da la medesima risposta di Kruscev: lo so benissimo, ma non lo dica a nessuno!

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