3 gennaio 2016

Star Wars - Episodio III. La vendetta dei Sith, di Matthew Stover

Star Wars - Episodio III. La vendetta dei Sith (Star Wars - Episode III. Revenge of the Sith), di Matthew Stover

Anno di prima pubblicazione: 2005

Edito da: Sperling & Kupfer

Voto: 8,5/10

Pagg.: 399

Traduttore: Gian Paolo Gasperi

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Per le trasposizioni letterarie della trilogia prequel di Star Wars, sembra confermata la regola secondo la quale il livello del romanzo è inversamente proporzionale alla notorietà dell'autore (ma direttamente proporzionale alla qualità del film).

Lo stile di questo Episodio III è infatti molto diverso dai due precedenti, fortemente ancorati alla sceneggiatura. Il libro di Stover prova a discostarsene maggiormente, con risultato complessivo sicuramente apprezzabile.
Larghe spiegazioni iniziali, con un suggestivo approccio documentaristico, rendono teoricamente autonoma la lettura anche per chi è a digiuno degli altri episodi (ad esempio mediante un'approfondita presentazione dei personaggi).
In questo libro, inoltre, a differenza di quanto avviene nei due predecessori, l'autore riesce nel non facile compito di rendere avvincenti molti tra i resoconti d'azione, sicuramente più adatti alla pellicola che alla carta stampata. Un esempio importante è la narrazione del duello iniziale (che comincia come un "triello") tra Anakin Skywalker e Obi-Wan Kenobi, da una parte, e il Conte Dooku (alias Darth Tyranus), dall'altra.
Se nei due episodi precedenti, infatti, i duelli a spada laser erano riportati in modo asettico e distaccato, Stover riesce invece nel non facile compito di coinvolgere il lettore anche in tali momenti (non tutti a dire il vero, essendoci un calo stilistico nelle scene d’azione della parte finale).
Ciò grazie ad una scrittura dai tratti epici, capace di evitare la ripetitività pur nella descrizione di un'azione poco romanzesca quale quella di uno scontro tra spadaccini (ancorché nella variante fantascientifica delle armi laser).

Ma a parte questo indubbio merito nella descrizione delle scene d’azione, il vero punto forte di questo libro è rappresentato sicuramente dai dialoghi, i quali, pur mutuati in buona parte dalla sceneggiatura scritta da Lucas, regalano le pagine più emozionanti e coinvolgenti del romanzo.
L’Episodio III di Star Wars, come noto, racconta la fase finale delle guerre dei cloni, la transizione dalla Repubblica all’Impero (grazie alla riuscita dei subdoli piani del Signore Oscuro dei Sith Darth Sidious) ed il tramonto dell’età dei Jedi, dei quali resteranno pochissimi sopravvissuti.
Nel narrare la storia del passaggio al lato oscuro della forza di colui che era destinato a diventare il più potente tra i Jedi, di colui che era da tutti ritenuto l'eletto, colui che – secondo la profezia – avrebbe portato equilibrio nella Forza, nel narrare le vicende che trasformeranno Anakin Skywalker nel Signore dei Sith Dart Fener, apprendista di Darth Sidious, l'autore riesce magnificamente a rappresentare, per mezzo di dialoghi profondi e avvolgenti, da un lato, il profondo travaglio interiore che attanaglia Anakin, dall'altro le insidie, le tentazioni, l'ambiguità di Palpatine/Sidious.


I dialoghi tra Palpatine e Anakin – in generale i più belli del libro – sono davvero condotti in maniera magistrale: il lettore si trova continuamente a soppesare i due lati della complessa personalità di Anakin, nutrendo qualche residua speranza in quei casi in cui il lato chiaro sembra prevalere (pur nella paradossale consapevolezza di come andranno a finire le cose, essendo l’esito più che notorio).
L’autore ha l’indubbio merito di mettere in difficoltà lo stesso lettore, come negarlo, di fronte alle capziose parole di Palpatine. È come se Stover volesse far testare la seduzione del lato oscuro agli stessi lettori, tramite le ingannevoli parole del futuro imperatore. Quel lato oscuro da cui si dovrebbe in realtà essere ancor più vaccinati di Anakin, conoscendo, quali lettori onniscienti, le trame e le mire di Darth Sidious.
Un risultato importantissimo, questo, che rende la caratterizzazione dei personaggi (soprattutto dei due villain), la loro analisi psicologica, un punto di forza importante del romanzo.

Il libro ha un leggero calo nel finale, con una chiusura forse un po’ frettolosa (che torna ad essere tendenzialmente omogenea alla sceneggiatura). Eppure, ciò non è sufficiente per non considerare complessivamente questo romanzo come un ottimo libro di fantasy-fantascienza, un genere spesso accostato a priori alla paraletteratura, per una sorta di pregiudizio snob verso le opere di questo tipo (a maggior ragione considerata l’appartenenza alla galassia Star Wars).
Analizzando oggettivamente il romanzo – ossia accantonando, da un lato, la negatività aprioristica del pregiudizio e, dall’altro, la cieca accettazione del fan – non si può non rilevare come vi sia un abisso, da un punto di vista letterario, tra questa opera e la sua grande abilità nell’approfondire la psicologia dei personaggi, e, dalla parte opposta, la scolastica compilazione che fornisce il più acclamato Terry Brooks nella trasposizione dell'Episodio I, esso sì giudicabile, a maggior ragione dopo il confronto con l'opera di Stover, nient'altro che una sceneggiatura allargata e in prosa.

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