20 luglio 2016

Sopravvissuto - The Martian, di Andy Weir

Sopravvissuto – The Martian (The Martian), di Andy Weir

Anno di prima pubblicazione: 2011

Edito da: Newton & Compton

Voto: 8/10

Pagg.: 380

Traduttore: Tullio Dobner

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Emerso dal mare magnum del self publishing per diventare un best seller mondiale - anche e soprattutto dopo che ne è stato tratto un film di successo diretto da Ridley Scott - The Martian narra le vicende di un astronauta lasciato su Marte dai suoi compagni di spedizione, perché ritenuto morto durante una tempesta di sabbia che li ha costretti ad abortire la missione, partendo in fretta e furia per tornare sulla Terra.
Ma il botanico ed ingegnere Mark Watney è invece vivo e vegeto - solo un po' acciaccato - e si risveglia, terminata la tempesta, trovandosi tutto solo sul pianeta rosso.
Inizia una lotta per la sopravvivenza in condizioni estreme, dovendo fare i conti con la scarsità delle provviste (inviate per far fronte ad un periodo limitato) e l’impossibilità di comunicare con chicchessia.
Facendo leva sulle sue conoscenze tecnico-scientifiche (che gli consentiranno di iniziare una coltivazione di patate in un ambiente apparentemente inadatto), nonché sulla sua creatività e capacità di adattamento, Watney prova a sopravvivere finché la Nasa non si accorge del fatto che è ancora vivo, tentando di organizzare una missione di salvataggio.
Ma per raggiungere Marte ci vanno diversi mesi e Mark dovrà continuare a vivere in solitudine preparandosi per il complicato rendez-vous con i suoi salvatori…

Sopravvissuto – The Martian (il titolo originario L’uomo di Marte è stato modificato dopo l’uscita del film, per ragioni commerciali) è un libro davvero sorprendente, soprattutto perché estremamente coinvolgente e originale. La fantascienza di Weir (il classico nerd che ha azzeccato un terno al lotto alla sua prima opera) si riappropria della vocazione scientifica, fornendo un resoconto scientificamente preciso, ai limiti del maniacale (spesso sembra di trovarsi di fronte ad un trattato di chimica, piuttosto che di botanica o di ingegneria aerospaziale), senza che tuttavia la lettura ne risulti appesantita. L’unico appiglio fantastico, ma estremamente verosimile, sta nell’ambientazione in un prossimo futuro in cui da qualche tempo l’uomo ha messo piede su Marte con missioni simili a quelle che lo portarono sulla Luna con il programma Apollo.
Non siamo, ovviamente, di fronte a letteratura di alto livello ed anzi la scrittura è a tratti banale e sciatta, nella forma del diario di bordo che Watney tiene su Marte per combattere la solitudine e informare i posteri - che eventualmente dovessero recuperare e leggere quelle sue memorie - sui tentativi fatti per sopravvivere in condizioni estreme.
Non manca una certa ironia, anche se quello che prevale nettamente è il resoconto tecnico-scientifico. Weir è eccezionale nel riuscire a renderlo interessante e tutto sommato comprensibile anche ai non addetti ai lavori, mediante spiegazioni brevi e semplici.
Un libro che ha chiaramente una connotazione da lettura di evasione, ma che in tale ambito è davvero riuscito.
Era per certi versi ineluttabile un calo nella parte centrale, quando il lettore inizia ad assuefarsi all’attesa e ai preparativi per raggiungere il luogo da cui Watney dovrà tentare il disperato ricongiungimento con la missione di salvataggio.
La parte iniziale e finale (quelle successive all’abbandono su Marte e alla partenza per il cratere Schiaparelli) sono infatti quelle più riuscite e avvincenti, rispettivamente per l’originalità dell’approccio e per il ritorno ad un certo dinamismo dopo pagine e pagine di staticità.
Un libro che si pone a metà strada tra un trattato di problem solving creativo e una rievocazione del Robinson Crusoe in salsa astronomica, con il personaggio di Watney che pare la versione extra-terrestre del celebre Angus MacGyver, protagonista della serie televisiva che spopolò a cavallo tra anni Ottanta e Novanta.
È sicuramente un ottimo romanzo di fantascienza, in cui la scienza la fa da padrona diventando appassionante come la miglior narrativa.

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