5 agosto 2016

No easy day, di Mark Owen

No easy day. Il racconto in prima persona dell'uccisione di Bin Laden (No Easy Day), di Mark Owen, Kevin Maurer

Anno di prima pubblicazione: 2012

Edito da: Mondadori

Voto: 7,5/10

Pagg.: 248

Traduttore: Sara Crimi, Laura Tasso

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Secondo il motto dei Navy Seals, il corpo speciale d'élite della marina americana, l'unico giorno facile era ieri (The only easy day was yesterday).
Mark Owen è lo pseudonimo dietro il quale si cela un Navy Seal che ha partecipato all'operazione che nel maggio del 2011, a poco meno di dieci anni dagli attentati dell'11 settembre, ha portato all'uccisione di Osama Bin Laden.

Owen racconta la sua infanzia di ragazzo cresciuto nell'Alaska, col fucile in spalla e il mito dei corpi speciali.
Diventato un Seal, il passo successivo è stato quello di entrare nel team six, un'eccellenza nell'eccellenza, la squadra addetta ai compiti più difficili e alle missioni più rischiose.
Owen ne racconta alcune, effettuate tra Iraq e Afghanistan, anche se la più importante è forse quella avvenuta lontano dai teatri di guerra della prima parte del nuovo secolo: il salvataggio del Capitano Phillips, comandante della Maersk Alabama, nave cargo attaccata dai pirati somali al largo del Corno d'Africa. Una missione dove, in realtà, il ruolo di Owen non fu importante, essendo stata portata a termine da altri. Eppure la descrizione dell'arrivo del team six nell'Oceano indiano regala alcune delle pagine più suggestive del libro (se si eccettuano quelle della caccia a Bin Laden), con i Seals che si paracadutano in pieno oceano insieme alla nave d'assalto che li deve portare sul luogo caldo della missione.
Le pagine iniziali sono occupate dal lungo addestramento/selezione per entrare nel DEVGRU (nome ufficiale del team six, nonché una delle tante sigle che intasano il resoconto).
Seguono le missioni principali cui Owen ha partecipato prima di quella destinata a fare la storia: l'Operazione Lancia di Nettuno, che fece seguito ad un eccezionale lavoro di intelligence che portò alla scoperta del luogo in cui si nascondeva il numero uno della lista dei principali criminali ricercati dagli USA.
Osama Bin Laden era ospite in un compound di Abbottabad, città pakistana in cui peraltro si trova un'accademia militare, cosa che complicò non poco la progettazione del blitz, soprattutto a causa del fatto che il Pakistan non sarebbe stato informato dello stesso, né dell'invasione territoriale necessaria a compierlo.
Nella seconda metà del libro si racconta l'addestramento svolto per la missione (preparata nei minimi dettagli, con tanto di ricostruzione in una base americana di un modello del compound da assaltare, in scala 1:1) e l'entrata in azione.
Pagine avvincenti perché raccontate da chi quell'azione l'ha vissuta in prima persona: il volo da una base afghana con i black hawks; l'incidente all'elicottero che per poco non trasformava in tragedia la missione; lo snidamento dei terroristi, colti di sorpresa solo relativamente, a causa delle complicazioni emerse durante l'avvicinamento e l'atterraggio.
Sicuramente non è facile comprendere bene le mosse del team nel dedalo di stanze del compound e in ciò si rivela decisamente utile l'appendice che ripercorre le fasi della missione con l'ausilio di schemi, piantine ed immagini.

Il libro di Owen è sicuramente coinvolgente anche per chi non ama la letteratura di guerra o di spionaggio. La scrittura è semplice ma fluida, grazie al coautore, il giornalista Kevin Maurer che ha dato coesione narrativa alle memorie di chi era sicuramente più abituato a sparare piuttosto che scrivere.
Emergono in più punti le complessità della vita del Seal, costretto a viaggiare per il mondo, spesso con pochissimo preavviso, con tutte le difficoltà che ciò comporta per la vita di relazione e per la famiglia.
I Seals mettono a repentaglio le proprie vite perché credono in una causa e soprattutto nel proprio lavoro. Di certo non puntano alla notorietà, dato che per ragioni di incolumità personale sono costretti a restare nell'anonimato, a maggior ragione coloro che hanno partecipato alla caccia a Bin Laden.
Nel libro non manca una certa vena polemica nei confronti della politica, soprattutto quando si appropria dei successi altrui: Owen è un repubblicano - come emerge in più punti - e Obama non gli sta simpatico, anche se gli porta rispetto per il suo ruolo di comandante in capo delle forze armate.
Il libro non poteva non suscitare polemiche, visto che presenta in dettaglio aspetti di una missione su cui erano trapelate poche notizie ufficiali.

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