Anno di prima pubblicazione: 2012
Edito da: Mondadori
Voto: 7,5/10
Pagg.: 248
Traduttore: Sara Crimi, Laura Tasso
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Secondo il motto dei Navy
Seals, il corpo speciale d'élite della marina americana,
l'unico giorno facile era ieri (The only easy day was
yesterday).
Mark Owen è lo pseudonimo dietro il
quale si cela un Navy Seal che ha partecipato all'operazione che nel
maggio del 2011, a poco meno di dieci anni dagli attentati dell'11
settembre, ha portato all'uccisione di Osama Bin Laden.
Owen racconta la sua infanzia di
ragazzo cresciuto nell'Alaska, col fucile in spalla e il mito dei
corpi speciali.
Diventato un Seal, il passo successivo
è stato quello di entrare nel team six, un'eccellenza
nell'eccellenza, la squadra addetta ai compiti più difficili e alle
missioni più rischiose.
Owen ne racconta alcune, effettuate tra
Iraq e Afghanistan, anche se la più importante è forse quella
avvenuta lontano dai teatri di guerra della prima parte del nuovo
secolo: il salvataggio del Capitano Phillips, comandante della Maersk
Alabama, nave cargo attaccata dai pirati somali al largo del Corno
d'Africa. Una missione dove, in realtà, il ruolo di Owen non fu
importante, essendo stata portata a termine da altri. Eppure la
descrizione dell'arrivo del team six nell'Oceano indiano
regala alcune delle pagine più suggestive del libro (se si
eccettuano quelle della caccia a Bin Laden), con i Seals che si
paracadutano in pieno oceano insieme alla nave d'assalto che li deve
portare sul luogo caldo della missione.
Le pagine iniziali sono occupate dal
lungo addestramento/selezione per entrare nel DEVGRU (nome ufficiale
del team six, nonché una
delle tante sigle che intasano il resoconto).
Seguono le missioni principali cui Owen
ha partecipato prima di quella destinata a fare la storia:
l'Operazione Lancia di Nettuno, che fece seguito ad un
eccezionale lavoro di intelligence che portò alla scoperta del luogo
in cui si nascondeva il numero uno della lista dei principali
criminali ricercati dagli USA.
Osama Bin Laden era ospite in un
compound di Abbottabad, città pakistana in cui peraltro si trova
un'accademia militare, cosa che complicò non poco la progettazione
del blitz, soprattutto a causa del fatto che il Pakistan non sarebbe
stato informato dello stesso, né dell'invasione territoriale
necessaria a compierlo.
Nella seconda metà del libro si
racconta l'addestramento svolto per la missione (preparata nei minimi
dettagli, con tanto di ricostruzione in una base americana di un
modello del compound da assaltare, in scala 1:1) e l'entrata in
azione.
Pagine avvincenti perché raccontate da
chi quell'azione l'ha vissuta in prima persona: il volo da una base
afghana con i black hawks; l'incidente all'elicottero che per
poco non trasformava in tragedia la missione; lo snidamento dei
terroristi, colti di sorpresa solo relativamente, a causa delle
complicazioni emerse durante l'avvicinamento e l'atterraggio.
Sicuramente non è facile comprendere
bene le mosse del team nel dedalo di stanze del compound e in ciò si
rivela decisamente utile l'appendice che ripercorre le fasi della
missione con l'ausilio di schemi, piantine ed immagini.
Il libro di Owen è sicuramente
coinvolgente anche per chi non ama la letteratura di guerra o di
spionaggio. La scrittura è semplice ma fluida, grazie al coautore,
il giornalista Kevin Maurer che ha dato coesione narrativa alle
memorie di chi era sicuramente più abituato a sparare piuttosto che
scrivere.
Emergono in più punti le complessità
della vita del Seal, costretto a viaggiare per il mondo, spesso con
pochissimo preavviso, con tutte le difficoltà che ciò comporta per
la vita di relazione e per la famiglia.
I Seals mettono a repentaglio le
proprie vite perché credono in una causa e soprattutto nel proprio
lavoro. Di certo non puntano alla notorietà, dato che per ragioni di
incolumità personale sono costretti a restare nell'anonimato, a
maggior ragione coloro che hanno partecipato alla caccia a Bin Laden.
Nel libro non manca una certa vena
polemica nei confronti della politica, soprattutto quando si
appropria dei successi altrui: Owen è un repubblicano - come emerge
in più punti - e Obama non gli sta simpatico, anche se gli porta
rispetto per il suo ruolo di comandante in capo delle forze armate.
Il libro non poteva non suscitare
polemiche, visto che presenta in dettaglio aspetti di una missione su
cui erano trapelate poche notizie ufficiali.
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