Patagonia Express (Al andar se hace el camino, se hace el camino al
andar), di Luis Sepulveda
Anno di prima pubblicazione: 1995
Edito da: Guanda, TEA
Voto: 9/10
Pagine: 128
Traduttore: Ilide Carmignani
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"Il sole tramonta
a ovest, si inabissa nel Pacifico, e i suoi ultimi riflessi proiettano sulla
candida pampa l'ombra del Patagonia Express che si allontana in senso
contrario, verso l'Atlantico, là dove iniziano i giorni".
Il Patagonia Express
(da non confondere con l'Old Patagonian
Express, il Viejo Expreso Patagonico
di Esquel, noto anche come "la
Trochita" e reso noto dall’omonimo romanzo di Paul Theroux) è il treno
più australe del mondo. Viaggia dalla città mineraria di Rio Turbio, sul
confine andino con il Cile, a Rio Gallegos, sull'Atlantico.
Quella sul Patagonia Express è una delle tappe del lungo
viaggio che Sepulveda intraprende nel sud America. Un viaggio progettato in un
caffè di Barcellona con Bruce Chatwin, quando quest'ultimo era già diventato
celebre per il suo diario del viaggio compiuto "In Patagonia".
- Quando partiamo,
cileno?
- Non appena me lo
permettono, inglese!
Sepulveda, esiliato dal Cile a seguito del colpo di Stato di
Pinochet, ottenne il permesso per ritornare in patria soltanto nel 1989, quando
ormai Chatwin "aveva già intrapreso
un viaggio inevitabile, un lungo viaggio attraverso montagne e mari infiniti".
Il cileno si trovò così a viaggiare da solo, con lo spirito
dell'inglese "nascosto fra le pagine
della moleskine", il mitico taccuino che Chatwin gli aveva fatto
conoscere e che gli aveva regalato proprio per poter catturare tutte le
impressioni e sensazioni di quel viaggio. Un taccuino che non veniva più
prodotto ma del quale Chatwin si era premurato di acquistare tutte le copie
ancora disponibili presso l'unica cartoleria che le vendeva, a Parigi, in Rue
de l'Ancienne Comedie.
Patagonia Express
si apre dunque con l’incontro con Chatwin e si chiude con la visita ad un altro
grande scrittore di Patagonia: “il
gigante” Francisco Coloane.
"Una voce
annuncia che salperemo tra pochi minuti, e questo può significare pochi minuti
o poche ore. Si sa, le ore sono composte da minuti".
Il viaggio di Sepulveda parte dall’isola di Chiloè, che
ancora Patagonia non è, ma da dove salpano diverse navi dirette laggiù. Durante
la lunga navigazione tra i fiordi cileni, l’autore ci racconta, con la sua
prosa scorrevole e rassicurante, storie locali bellissime, straordinariamente
semplici nella loro semplice straordinarietà.
Dalle storie di gauchos
che castrano agnelli con i denti, e che si dilettano in un “campionato di
bugie”, a quella di un bambino che muore di tristezza.
Dal prof-coraggio che sfida il regime, alle avventure di
Carlos l’aviatore.
Filo conduttore, la Patagonia: "una regione così vasta e colma di avventure che non può essere toccata
dalla meschina frontiera che separa la vita dalla morte".
C’è la toccante storia dello scienziato con un passato nelle
milizie alleate di Hitler, ambientata a Rio Mayo, un posto dove scendendo dal
pullman si viene investiti dalla polvere e dal bombardamento sonoro degli
altoparlanti posti agli angoli delle strade, antico retaggio della dittatura,
che nessuno, a distanza di anni, ha osato rimuovere.
Patagonia, ma non solo. Alcuni racconti (“appunti” come li
chiama l’autore) sono ambientati in Amazzonia o altre zone del Sudamerica. Il
titolo tradotto in italiano (ma anche in inglese) è in ciò un po’ fuorviante,
riferendosi a un singolo episodio.
Del resto, il poetico titolo originale era forse non così
facilmente traducibile: Al andar se hace
el camino, se hace el camino al andar.
Un libro che si innesta nel filone di diari di viaggio alla
Chatwin e che con il capolavoro chatwiniano trova il naturale metro di paragone.
Non solo per l’ambientazione, ma anche per la scelta di alcuni argomenti di cui
l’inglese aveva abbondantemente trattato (Butch Cassidy e Sundance Kid, le
rivolte del 1921…).
Eppure, quello di Sepulveda, seppure a tratti possa apparire
un doppione di In Patagonia (ed
essendo in ciò svantaggiato dalla posteriorità), manifesta una propria naturale
originalità.
In Patagonia è a
suo modo pionieristico e in quanto tale unico.
Patagonia Express
è meno enciclopedico, più emotivo, ed in generale da l’impressione di essere
più “patagonico”, forse più genuino.
Come Chatwin, più di Chatwin.
Forse.
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