Anno di prima pubblicazione: 1865
Edito da: Mursia, Selino's, Newton & Compton
Voto: 9/10
Pagg.: 168 (nell'edizione Mursia)
Traduttore: Enrico Massa (nell'edizione Newton & Compton)
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Nel 1865, agli albori della sua carriera di scrittore, Jules Verne - quello che verrà riconosciuto in futuro come il padre della fantascienza - proponeva un ambizioso romanzetto che narrava del primo, sensazionale viaggio compiuto dall’uomo verso la Luna.
L’idea di un viaggio immaginario in direzione del satellite terrestre non era sicuramente originale, essendosi avuti vari antesignani nella storia della letteratura, antica e moderna: uno di essi risale addirittura all’epoca della Roma imperiale (La storia vera del greco Luciano di Samosata).
In epoca moderna, diversi Autori, prima di Verne, affrontarono tale argomento, a cominciare da Giovanni Keplero con il suo Somnium, del 1634 (da alcuni considerato la prima opera di fantascienza), per proseguire con Cyrano de Bergerac (L'altro mondo o Gli stati e gli imperi della luna, del 1657), fino ad arrivare all’americano Edgar Allan Poe, che con il suo L'incomparabile avventura di un certo Hans Pfaall, del 1835, merita il titolo di precursore anche nel ramo della science fiction (dopo aver inventato il giallo e il thriller).
L’Autore ambienta la sua avventura negli Stati Uniti: protagonista
della missione che porterà l’uomo sulla Luna è il Gun Club – un’associazione di artiglieri con sede a Baltimora - e
in particolare i suoi esponenti di spicco, il presidente Barbicane e il
segretario J.T. Maston.
L’idea di raggiungere la Luna con un oggetto di produzione
umana (inizialmente un proiettile di forma sferica) è infatti concepito come un’impresa
di tipo militare: per lanciare il proiettile sul satellite terrestre occorrerà
il più grosso cannone mai realizzato dall’uomo.Ottenuto il benestare per l’ambizioso progetto e racimolati gli ingenti capitali necessari per tentare l’impresa, i membri del Gun Club, dopo lunghe discussioni di progettazione tecnica (presentate tuttavia in modo avvincente), iniziano la costruzione della Columbiad, un gigantesco mortaio di ghisa, costruito direttamente nel terreno.
Quando mancano ormai pochi mesi alla prevista data di partenza, un eclettico francese di nome Michel Ardan stupisce il mondo intero offrendosi di viaggiare all’interno del proiettile (che dovrà però essere modificato nella tradizionale forma cilindro-conica). Quello che era stato pensato come un mezzo di trasporto senza passeggero viene dunque adattato per accogliere degli ospiti: ad Ardan si uniranno, infatti, lo stesso presidente del Gun Club e il suo acerrimo rivale, un costruttore di corazze di Filadelfia che continuava a ritenere impossibile il compimento del progetto.
Dopo enormi difficoltà e molti mesi di lavoro, l’opera – la cui costruzione era stata seguita con crescente entusiasmo dalla popolazione – viene portata a compimento.
“Un boato spaventoso,
mai udito prima da orecchio umano, di una potenza tale che né lo scoppio di un
fulmine né il frastuono di un’eruzione ne potrebbero dare l’idea, salì dal
fondo dell’ordigno. Una gigantesca colonna di fuoco scaturì dalla terra come da
un cratere. Il suolo ne fu violentemente percosso e solo alcuni riuscirono a
intravedere il proiettile che fendeva vittoriosamente l’aria in una cortina di
vapori fiammeggianti”.
La navicella spaziale riesce dunque a partire alla volta
della Luna, ma c’è un intoppo: catturato dalla forza di gravità del satellite,
il proiettile inizia a ruotare attorno ad esso, condannando apparentemente i
suoi passeggeri a vivere, non si sa per quanto, dentro il satellite di un
satellite.
Questo breve ma avvincente romanzo di Jules Verne è celebre
soprattutto per la sua forza visionaria nel descrivere un progetto che poco più
di cento anni dopo verrà portato a compimento nell’ambito delle missioni
spaziali della NASA (in particolare dalla missione Apollo XI del 1969).
Qua e là nel racconto sono disseminate frasi che rivelano,
al giorno d’oggi, tutta la loro forza profetica:“Tra non molto treni di proiettili effettueranno comodamente il viaggio dalla Terra alla Luna”.
Nell’esposizione della trama, Verne adotta, a tratti, un
approccio prettamente scientifico, presentando alcuni basilari concetti di astrofisica:
“Un osservatore dotato
di una vista acutissima e situato nel misterioso centro intorno a cui gravita
l’universo avrebbe visto all’epoca della sua nascita una caotica miriade di
atomi riempire lo spazio circostante. Ma col trascorrere dei secoli si produssero
immani trasformazioni: si manifestò una legge di attrazione gravitazionale,
alla quale cominciarono a obbedire gli atomi fino a quel momento vaganti;
questi atomi si combinarono secondo le loro affinità chimico fisiche, dando
origine alle molecole e formando quegli ammassi nebulosi di cui è disseminato
l’universo”.
Il libro si conclude poco dopo la partenza, ed è dunque
incentrato più che altro sulla preparazione del viaggio, esposta con un
dettaglio che in certi punti rasenta la maniacalità (come quando vengono
calcolati i vari quantitativi, di ghisa, di fulmicotone, ecc. necessari per la
costruzione del cannone e per la detonazione, con i relativi costi).
Verne non abbandonerà tuttavia gli eroi del primo viaggio
verso la Luna: il loro destino sarà oggetto di un successivo romanzo, meno
famoso del primo: Intorno alla Luna.
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