Anno di prima pubblicazione: 1990
Edito da: Garzanti
Voto: 7/10
Pagg.: 480
Traduttore: Maria Teresa Marenco, Andrea Pagnes
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Jurassic Park è sicuramente il più famoso romanzo di Michael Crichton, ma probabilmente non il suo libro migliore.
La sua fama è dovuta soprattutto, infatti, alla trasposizione cinematografica fattane da Steven Spielberg, anche se buona parte del merito del successo del film si deve proprio alle idee presentate nel libro (e non solo ai pur entusiasmanti effetti speciali).
Rispetto al film vi sono sostanziali differenze, che rendono quest’ultimo decisamente più buonista.
Inoltre, il libro si occupa in modo più approfondito dei temi scientifici: non solo quelli puramente archeologici e biologici relativi al mondo dei dinosauri e alla clonazione.
Viene infatti ampiamente trattata (anche se, ovviamente, in modo fortemente semplificato) la teoria del caos, con tutte le sue astrusità.
Fondamentale per tali aspetti è la figura di Ian Malcolm, matematico chiamato a dare una consulenza sulle probabilità di successo di un progetto come quello di Jurassic Park:
“Quell’isola ha un problema. È un incidente in attesa di verificarsi.”
Un libro in cui l’azione ha un’importanza centrale (forse
anche eccessiva), ma che riesce a regalarci un insegnamento tutt’altro che
banale: non si può controllare la natura, nei suoi molteplici e imprevedibili
fattori, o pensare di dominarla. L’uomo ha spesso pensato di poterla governare
salvo doversi poi ricredere, pagando un prezzo assai salato.
Un monito che ben si presta non soltanto al campo
scientifico oggetto del romanzo, quello della clonazione e dell’ingegneria
genetica (che già da sé è impegnato a fronteggiare molteplici interrogativi, etici e non solo).
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