21 agosto 2014

Il romanzo “giallo” (e il “thriller”)

Il termine “giallo”, che non ha equivalenti analoghi nelle altre lingue, indica quel genere narrativo solitamente incentrato sulla commissione di un crimine o di un delitto, a cui seguono delle indagini per appurarne l’autore o le modalità di commissione.
Il termine deriva dalla collana “Il Giallo Mondadori” (nota in precedenza come "I libri gialli") che lanciò in Italia il genere sul finire degli anni Venti del ‘900. Per i libri appartenenti a tale collana si adottavano, per l’appunto, copertine di colore giallo.
Gli anglosassoni, che sono da sempre i Maestri del genere, parlano di detective fiction, mystery o crime.
La nascita del genere si fa risalire al 1841 e in particolare alla pubblicazione del racconto “I delitti della Rue Morgue” del bostoniano Edgar Allan Poe, considerato il padre del giallo (e non solo).
Il detective da lui creato, Auguste Dupin, è l’antenato dei moltissimi celebri investigatori della storia della letteratura gialla.
Il giallo viene generalmente identificato con il romanzo poliziesco, che costituisce il cosiddetto giallo classico o giallo deduttivo.
In esso, centrale è l’indagine, l’investigazione, mentre passa quasi in secondo piano il crimine su cui dette indagini si compiono, che addirittura viene spesso commesso prima dei fatti narrati e a cui ci si limita a volte soltanto ad accennarlo.
I più grandi autori di questo filone sono stati indubbiamente, ça va sans dire, Arthur Conan Doyle, con il suo Sherlock Holmes, e Agatha Christie, che creò vari investigatori divenuti celebri, tra cui Hercule Poirot e Miss Marple.
Esistono però vari altri sottogeneri, che si discostano dagli schemi del giallo classico o poliziesco.
Abbiamo l’hard boiled, nato negli Stati Uniti sul finire degli anni Venti del ‘900 grazie all’opera di Dashiell Hammett e perfezionato nel decennio successivo da Raymond Chandler, l’inventore del detective Philip Marlowe.
La letteratura hard boiled (che viene spesso definita anche pulp fiction) dà meno rilevanza all’indagine, rispetto al poliziesco, e più alla commissione del crimine. Non si lesina sulla rappresentazione della violenza, che è anzi peculiare del genere. Centrale è, inoltre, la figura del detective, spesso un personaggio strampalato e ricco di difetti, fino ad arrivare a veri e propri antieroi (in particolare penso all’ Héctor Belascoarán Shayne di Paco Ignacio Taibo II, i cui romanzi polizieschi possono essere inclusi in questo sottogenere).
Altro sottogenere importante è il noir, filone dell’hard boiled in cui viene privilegiata la rappresentazione dell’ambiente e della psicologia criminale (ha dunque spesso connotati sociali). L’atmosfera è fondamentale e spesso non vi è una soluzione del crimine, da cui non può prescindere invece il poliziesco.
Il noir ha indubbiamente fatto presa in Italia, potendosi contare una miriade di autori (anche importanti) che si sono cimentati con tale tipologia narrativa: Loriano Macchiavelli, Giancarlo De Cataldo, Carlo Lucarelli i più famosi.
Quando il giallo si mescola con il resoconto storico (oppure è ambientato in un passato non recente) abbiamo il sottogenere del giallo storico, nel quale con Il nome della rosa di Umberto Eco possiamo vantare uno dei vertici raggiunti da questo filone.
Dal giallo tradizionale è derivato il genere thriller (che talvolta viene comunque considerato appartenente al “giallo”). Nel thriller, l’attenzione si sposta radicalmente dall’indagine al delitto in sé, alla preparazione e alla commissione dello stesso. Spesso si sa già, fin da subito, chi l’ha compiuto, perché ciò è proprio l’oggetto della narrazione, e spesso non seguono nemmeno vere e proprie indagini, chiudendosi la storia con la commissione stessa del crimine.
Il thriller ha a sua volta dato origine ad alcuni sottogeneri, tra cui grande successo di pubblico ha avuto il legal thriller, nato con Presunto Innocente di Scott Turow e portato alla ribalta da John Grisham, autore di romanzi sempre al vertice delle classifiche di vendita. Nel legal thriller diventano centrali le aule di giustizia e gli studi legali. Le figure degli avvocati (e talvolta dei giurati) soppiantano quelle dei detective. Si danno ingresso nella narrazione a tematiche giuridiche e processuali.
Meno sviluppato è il filone del thriller medico, in cui centrale per la risoluzione dei crimini è l’attività di medicina legale (si pone in tal senso a cavallo tra il thriller e il poliziesco, con l’ingresso di tematiche mediche). Meno sviluppato da un punto di vista letterario, mentre diverso è il discorso per quanto riguarda il piccolo schermo, dove il thriller medico ha conosciuto una vera e propria inflazione (la rappresentazione visiva, spesso rivoltante, è del resto fondamentale quando si parla, ad esempio, di autopsie).
Alcuni thriller sconfinano nel romanzo d’azione, un genere a sé stante ma dai confini non ben determinati, in cui, per l’appunto, l’azione la fa da padrona e l’eventuale commissione di crimini è soltanto accessoria o incidentale rispetto al vero obiettivo dell’autore, che è quello di rappresentare l’azione.
Nel giallo molti fanno rientrare anche le spy story, i romanzi di spionaggio che, invero, sono un genere ibrido tra il romanzo d’azione e il giallo tout court. Tra gli autori più famosi, John Le Carré, Tom Clancy, Ken Follett, Frederick Forsyth e, soprattutto, Ian Fleming, ideatore del personaggio di James Bond.

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