17 settembre 2014

Ma gli androidi sognano pecore elettriche?, di Philip K. Dick

Ma gli androidi sognano pecore elettriche? (Do Androids Dream of Electric Sheep?), di Philip K. Dick

Anno di prima pubblicazione: 1968

Edito da: Fanucci

Voto: 8

Pagg.: 252

Traduttore: Riccardo Duranti

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Ma gli androidi sognano pecore elettriche? (inizialmente pubblicato con il titolo Il cacciatore di androidi) non è tra le più importanti opere del grande autore di fantascienza Philip K. Dick. O almeno non lo era finché Ridley Scott non girò, nel 1982, Blade Runner, capolavoro del cinema di fantascienza tratto proprio da tale romanzo di Dick.

Il grande successo della pellicola portò addirittura alla decisione di creare un’edizione del libro recante lo stesso nome del film; una scelta non esattamente cristallina (e intelligente) se si considera che il titolo Blade Runner fu preso in prestito da un altro romanzo che nulla ha a che vedere con la novella di Dick… Potere del business…
Il libro narra le vicende di Rick Deckard, cacciatore di taglie di San Francisco, a cui viene affidato il compito di “ritirare” (esattamente come gli elettrodomestici difettosi) alcuni androidi evasi dalle colonie extra-mondo (colonie su altri pianeti abitate dagli umani dopo l’Ultima guerra mondiale). Soltanto su tali colonie, infatti, possono vivere gli androidi, con il compito di assistere i coloni.
Gli androidi evasi sono dell’ultimo modello Nexus 6, prodotto dalle Rosen Industries di Seattle: un tipo di androide estremamente intelligente e quasi totalmente antropomorfo (la completa certezza sulla natura umana o meno, si può avere soltanto con il test del midollo).
I Nexus 6 sono estremamente difficili da identificare con i comuni test di reazione emotiva, e a farne le spese è stato il principale cacciatore di taglie della California settentrionale, che Deckard si appresta appunto a sostituire.
Rick accetta l’incarico anche per motivi economici: nella Terra post-bellica (siamo in un futuribile anno 1992), contaminata e distrutta dalla guerra e dalle conseguenti polveri radioattive, lo status sociale si misura in base al possesso o meno di un animale vivente, anziché dei più comuni animali-robot. Una rarità che si paga a caro prezzo e su cui si è sviluppato un vero e proprio business.
Rick e sua moglie Iran (nel film Rick non è sposato) posseggono soltanto una pecora elettrica, cosa che comporta un certo disagio e imbarazzo nelle relazioni sociali.
Con i soldi delle taglie degli androidi, Rick conta di comprare finalmente un animale vero.
Il tema degli animali elettrici è uno dei principali aspetti su cui il film di Ridley Scott si discosta dal libro. In Blade Runner infatti si dà un peso quasi nullo a tale questione, accennandovi soltanto. Nel libro, invece, il tema è centrale, tanto da essere citato nello stesso titolo.
Nella parte finale, Rick acquisterà una capra vivente (animale assai costoso) con i soldi delle taglie, anche se la bestia farà subito una brutta fine. La centralità della questione si evince altresì dalle ultime pagine del romanzo, in cui Rick troverà un rospo che sembra vivo (anche perché lo ha trovato in piena campagna), ma che si rivelerà invece un robot, comportando l’ennesima delusione nell’ormai rassegnato cacciatore di taglie.
Altra grossa differenza tra film e libro sta nella dottrina del Mercerianesimo, sorta di setta globalmente diffusa, di tipo religioso-mistico-filosofico.
Mercer è una sorta di nuovo Messia e la pratica del Mercerianesimo prevede l’utilizzo di un “modulatore d’umore”, strumento con cui ci si può indurre in pre-programmati stati empatici.
Una dottrina, quella di Mercer, che si rivelerà una truffa, ma che ciò nonostante continuerà ad essere seguita da molti uomini (in ciò Dick pare criticare la propensione umana nella fede cieca, nei dogmatismi).
Anche in questo caso, il Mercerianesimo è centrale nel libro, mentre passa in sordina nella pellicola di Scott.
Eppure è un tema fondamentale perché se gli umani si auto-inducono emozioni attraverso una macchina, la differenza tra essi e gli androidi va necessariamente ad assottigliarsi.
C’è in generale molta meno azione nel romanzo e non poteva essere diversamente, del resto. Il “ritiro” degli androidi da parte di Rick (ossia la "uccisione" degli stessi) non incontra le difficoltà cui assistiamo in Blade Runner: nel film, Roy Batty, il leader degli androidi evasi, ha un’importanza molto maggiore rispetto al romanzo (e non solo per il fatto di pronunciare il celeberrimo monologo finale).
Le caratterizzazioni dei personaggi sono inoltre fortemente differenti: nel libro, sia Deckard che Roy Batty sono "uomini" medi (altro che Harrison Ford e lo statuario Rutger Hauer).
Gli androidi sono esseri freddi e calcolatori e non suscitano empatia come in Blade Runner.
Centrale è invece, sia nel libro che nel film, il tema del rapporto tra uomo e macchina (androidi nel romanzo, replicanti nel lungometraggio).
Una questione che viene sviluppata egregiamente (anche se in modo diverso) in entrambe le opere. Il romanzo offre ovviamente potenzialità di riflessione maggiori: nel libro è sicuramente più sviluppato il tema del rapporto tra Rick e Rachael (un androide Nexus 6 della Rosen Industries che non figura nella lista dei “ritiri” di Deckard). Un rapporto che soltanto nel romanzo sfocia nel sesso, squallidamente consumato con fini totalmente diversi da parte dei due (Rachael è considerabile alla stregua di una prostituta, che cerca di sedurre Rick per ragioni inerenti alla sua azienda).
Lo stesso dilemma della “umanità” o meno di Rick (che nel film è variamente interpretabile a seconda della versione che si guarda – la director’s cut o l’original cut) non è a mio avviso totalmente smarcato nel libro, in quanto si possono trovare velate allusioni che lasciano aperto l'interrogativo.
Un romanzo di fantascienza pregevole e piacevole, nonostante si tratti di un’opera minore che è indubbiamente divenuta celebre per meriti extra-letterari, ma che è estremamente valida anche da un punto di vista contenutistico, altrimenti non avrebbe potuto far da base ad una delle opere cinematografiche di science-fiction più celebrate del secolo scorso.

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